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Gocce di Fede

Come Gesù, scegliamo la Vita

Le riflessioni di Don Alfredo Ferlaino.


 

Sap 1,13-15; 2,23-24

Dal libro della Sapienza

Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

 

Mc 5,21-43
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.


Il Vangelo di oggi parla della morte di una fanciulla di 12 anni. Brutto argomento la morte! L’uomo si ribella contro la certezza della morte: dopo aver gustato il sapore della vita, non vorrebbe morire mai.
Capisce bene che la morte è una violenza alla sua sete di Vita, è una sconfitta.
La prima lettura dice che la morte non entrava nel piano di Dio: essa è entrata nel mondo per l’invidia del Maligno, per il peccato dell’uomo. Il peccato tronca i legami con la fonte stessa della Vita, che è Dio, il Vivente per eccellenza. Dio ci chiama alla Vita; da un capo all’altro della Bibbia non si parla altro che di Vita; al centro del paradiso terrestre, Dio aveva piantato l’albero della Vita il cui frutto doveva far vivere per sempre l’uomo. Dio è il dio dei vivi , non dei morti; Dio è il Padre da cui procede ogni Vita.
Nel Vangelo, Gesù, guarendo l’emorroissa e risuscitando la figlia di Giàiro, si schiera dalla parte della vita, impiega i suoi poteri per combattere la malattia e la morte. In nessun caso di dolore Gesù si tira indietro. Nel Vangelo di oggi ridona ad una donna e a un’intera famiglia gioia e vita, mutando il lamento in danza e gli abiti di dolore in abiti di festa e di allegria.
Cristo vuole veramente un’umanità nuova, da dove siano messe al bando miseria e disperazione e dove non ci siano più dolori, dispiaceri e pianto. La morte, che Cristo sconfigge, può essere presa come il simbolo di tutta la difficile condizione umana. Risuscitando la fanciulla, Cristo dimostra di essere il Liberatore, il Redentore di tutto l’uomo, anima e corpo: libera l’uomo dal peccato e da tutte le conseguenze del peccato, come la malattia, la morte, le miserie, le angustie e i travagli …
CHI SI SENTE CRISTIANO deve seguire Cristo su questa strada: deve essere liberatore da tutti i mali (povertà, oppressione, sfruttamento, ingiustizia, ignoranza …) e difensore della vita e della promozione umana. Deve ricordarsi che ogni atto di amore (materiale e spirituale) è un seme di vita e concorre ad edificare il regno di Dio sulla Terra.

Conclusione.
Oggi Gesù grida a tutti: “In ogni circostanza della vita, schieratevi dalla parte di Dio, Signore della Vita, scegliete la vita e non la morte”; e sceglie la vita chi si sforza di vivere in grazia di Dio; sceglie la vita la madre che evita l’aborto; sceglie la vita il medico che cura con competenza e coscienza gli ammalati; sceglie la vita chi lotta per la libertà, la giustizia, il benessere, il progresso e la promozione di tutti; scegli la vita chi si adopera ad eliminare tutti i mali che rendono insopportabile ed infelice la Vita.

 

                  

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