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Racconti di Vita

Storia di Camilla Maria

Oggi vi vogliamo raccontare la storia di Camilla Maria.

La sua mamma e il suo papà, Roberta e Pietro, hanno deciso, su nostra richiesta e con grande generosità, di ripercorrere la loro storia; una storia racchiusa nelle pagine di un quaderno rosso che oggi si riapre. Uno scrigno di sogni, ricordi, emozioni descritti da una ragazza; una mamma che accarezzando il suo grembo immaginava il suo bambino, un fiore che sbocciava, il nuovo grande amore della sulla vita, la sua stella.
All’inizio parole di felicità e speranza, troppo velocemente soppiantate dall’ansia e dalla paura. Fu la varicella a gettare una terribile ombra sul futuro del bambino che stava crescendo dentro di lei. Roberta scrive, e dalle sue parole emerge il desiderio disperato di una mamma di proteggere la sua creatura; il tentativo di farsi forza, di asciugare le sue lacrime e forzare il sorriso per il bene della sua piccola stella.

La varicella pian piano passò ma, eventuali danni per il bimbo, erano ancora da verificare; e nell’attesa di quel verdetto, dalle pagine del diario prende forma tutto l’amore di due genitori  per  il proprio bambino,  la felicità che la sola percezione della sua esistenza dà loro; il dialogo costante di Roberta con suo figlio, quasi a darsi forza a vicenda, l’attenzione per ogni impercettibile movimento, il desiderio di rivedere con l’ecografia quel piccolo miracolo d’amore che ormai è il centro dei pensieri di mamma e papà, la voglia di sentire quel cuoricino che batte a tremila.

Ad un certo punto il racconto si interrompe. Tante pagine bianche espressione di lacrime e paura. Silenziose ed urlanti allo stesso tempo. Il controllo fatto il 15 di dicembre all’Umberto I di Roma, rivelò un igroma cistico settato. I medici dissero a Roberta e Pietro che il bambino avrebbe avuto, con molta probabilità, seri problemi. Poi il ricordo di Roberta si concentra su alcune parole, quelle che continuavano a ripetergli quando si trovava lì; quelle di chi non sa che, a volte, le parole sono più dure e dolorose di una pietra scagliata con violenza: “Signora, sta capendo? Il suo bimbo al 30% sarà Down … vedete cosa dovete fare…”. E di fronte al silenzio di una madre con il cuore e la mente gelati, annebbiati, vuoti, si ripeteva quel ritornello: “Signora sta capendo?”, ricevendo ogni volta come risposta, un flebile, tremante e disarmato “Si”;

Ma, per fortuna, la vita, o chi per lei, di tanto in tanto, ci mette sulla strada incontri che cambiano la direzione degli eventi; e, infatti, il giorno dopo la triste notizia, dalle pagine del diario si riaccende la speranza; un appuntamento fissato per il 17 di dicembre con un certo Prof. Noia, che avrebbe dovuto conoscere bene il problema del loro bimbo e che tutti indicavano come un Papà, lasciò intravedere uno spiraglio di luce; e proprio “quel giorno” divenne il più bello della vita. Un incontro che cambiò tutto. L’ecografia continuava ad evidenziare la presenza dell’igroma cistico settato, ma era tutto il resto ad essere cambiato. Non più la malattia e la prospettiva del peggio, ma la preghiera e la raccomandazione di un dottore che indicava loro una strada nuova, un percorso d’amore, quello di accompagnare il proprio bambino affidandosi alla Madonnina. La presenza di una figura che, proprio come fanno i papà veri, si sarebbe messa al loro fianco durante tutto il cammino, aiutandoli e sostenendoli. Esattamente ciò di cui avevano bisogno i due genitori: l’alternativa alla morte del loro bambino e dei loro cuori, il bastone a cui reggersi lungo una strada che si sarebbe potuta rivelare piena di ostacoli.

Così, affidandosi alla preghiera e alla fede, la coppia intraprese quel viaggio d’amore. La successiva ecografia evidenziò che l’igroma non era peggiorato.

Intanto, i “Sì” dedicati al Signore fecero riaprire il quaderno rosso e il dialogo con quell’esserino che era ormai fra di loro. E così trascorsero i giorni, fino a quello fissato per la villocentesi che diede un buon esito; l’igroma cominciò a diminuire, e anche molto velocemente.

Il cammino continuò e il piccolo, che ora si sapeva, essere una femminuccia, Camilla Maria, stava sempre meglio.  I risultati migliorarono di volta in volta e l’igroma sparì. Un Miracolo! Si disse. Ma non era ancora finita.

Dal 2 febbraio ci furono minacce di parto pretermine, per cui, iniziò un lungo periodo a letto e la spola in ospedale, ma ormai le paure si erano dissolte e nulla avrebbe potuto più scalfire questa famiglia, sostenuta dalla fede e con l’aiuto di quel Papà che li seguiva sempre.

Finalmente il 13 giugno 2016 è nata Camilla Maria, per la gioia infinita dei suoi genitori, che hanno creduto e sofferto; che la loro bambina l’hanno amata e basta!

Il loro ringraziamento è per quel “Si”, sussurrato, che ha cancellato i tanti “No”, urlati e sbattuti in faccia; è per tutti quegli “Angeli” che, durante il loro cammino, li hanno sostenuti facendo sì che Camilla sia oggi fra di noi.

 

                  

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