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Racconti di Vita

Storia di Antonio

Mi chiamo Libera, sono sposata con Alessandro e abbiamo un bambino di 17 mesi. Voglio raccontarvi la nostra storia.

Nel marzo del 2015 abbiamo scoperto di aspettare un bambino, una gioia immensa!!
Questa gioia, però, è stata presto turbata: il test combinato, infatti, risultava alterato per la presenza di una translucenza nucale superiore alla norma. Da qui l’inizio di mille ansie e paure. Ci avevano detto che probabilmente il bambino sarebbe nato affetto da qualche malattia e che dovevamo pensarci bene se mandare avanti o meno la gravidanza. Io non avrei avuto mai il coraggio di interrompere la gravidanza, se lo avessi fatto, magari influenzata dalla società circostante, mi sarei sentita una persona orribile, non più meritevole di essere amata da Dio. In realtà non è difficile essere spinti verso questa scelta perché le persone ti dicono di tutto e, nel momento di confusione in cui ti trovi, potresti dar retta a ciò che ti viene detto ("Pensaci bene non è facile star dietro ad una persona con difficoltà...","È ingiusto mettere al mondo una persona che sarà sempre infelice e non si sentirà accettata da nessuno..."). Sono questi i momenti in cui ti rendi conto di quanto noi esseri umani possiamo essere "poveri", capaci di sopprimere una vita solo perché non ha i “requisiti” richiesti; vite considerate anormali e pertanto non degne di esistere e che invece hanno tanto da insegnarci e donarci ogni giorno. Loro ci amano così come siamo, non ci “scelgono”, sono ignari di che tipo di persona avranno di fronte una volta venuti al mondo. Perché non sforzarsi di fare la stessa cosa?
Nel frattempo tramite il C.A.V. (centro aiuto alla vita) Joshua di Melfi, riuscii a mettermi in contatto con il Prof. Giuseppe Noia. Lo raggiunsi a Cosenza. Fu il primo a farmi ascoltare il battito del mio bambino, perché altri medici ormai lo davano già per "spacciato", fu un'emozione immensa! Quando dissi al professore che era la prima volta che ascoltavo il cuoricino del mio bambino, fece una faccia meravigliata. In quel momento mi sono detta: “c'è una vita in me ed io la proteggerò ad ogni costo”, sarei andata contro chiunque. Il Prof. Noia, osservando i dati ecografici, riscontrò un igroma cistico dietro la nuca di nostro figlio Antonio. Ci spiegò con calma di cosa stava parlando e ci rassicurò poiché, in casi come il nostro, il 68% dei bambini affetti da questo tipo di malformazione nasce sano. Per me fu una notizia stupenda! Però mi disse che comunque avrei dovuto sottopormi ad un'amniocentesi. Mi fidai subito delle sue parole, seguii tutte le sue indicazioni ed il 15 giugno ero da lui al Policlinico Gemelli di Roma ad effettuare l'esame.

Aspettammo vari giorni l'esito dell'amniocentesi, furono i giorni più lunghi della nostra vita. Pregavo il Signore affinché mio figlio fosse sano, allo stesso tempo però dicevo che se non fosse stato così significava che il Signore mi aveva dato in mano una missione, quella di accompagnare mio figlio nelle sue eventuali difficoltà, che avrei accettato con tutto il cuore e tutto l'amore. Arrivarono finalmente i risultati dell'amniocentesi ai principi di Luglio, Antonio era sanissimo!! Nacque il primo Dicembre.

Ringraziai e ringrazio ancora Dio di avermi fatto questo dono e per averci messo accanto persone speciali come il Prof. Noia e tutti i suoi collaboratori. Spero che il racconto della storia di Antonio possa essere d'aiuto per tutte quelle persone che si trovano oggi a vivere la nostra stessa esperienza.

Grazie.

Libera

                  

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