Il linguaggio del Vento Dio
Così nel vento sto,
alto il pugno al cielo
e con perverso scudo
guardo il velo che avvolge il monte.
Sembra lontano
ma così non è.
Un attimo e arriva.
Il mare si sveglia non resiste al richiamo,
lento impara il nuovo linguaggio
quello del vento.
Prima mare calmo
ed ora tempesta.
L’acqua diventa protagonista e il mio scudo,
la vela, si lascia riempire dal soffio
che improvviso piomba su di me.
La riduco per non venir inghiottito,
cambio rotta per agevolar l’andare
mentre si ingrossa il mare.
Ora nulla l’occhio vede
se non acqua
Ora nulla l’orecchio sente
se non raffiche e tuoni.
Ma io so che arriverà il mio momento:
l’ora in cui farò pace con il vento.
Elena Scillone